La Fiera di Verona ospita, come ogni anno, il Vinitaly, manifestazione che celebra il settore enologico del nostro Paese. Al Vinitaly 2019, secondo quanto si apprende dai diversi comunicati stampa sull’evento, sono protagoniste grandi novità che raccontano di come scienza e tecnologia si siano fuse al vino, per creare qualcosa di straordinario. Non solo svolta green, dunque, con la presentazione di vini biologici, ma anche nuovi trend che – ne siamo certi – rivoluzioneranno il modo di vedere, ma soprattuto di gustare in vino.
Vinitaly 2019: dalle chiusure d’oro all’invecchiamento in miniera, tutte le novità
In questa edizione del Vinitaly alla Fiera di Verona, troviamo tantissime novità, alcune piuttosto curiose altre assolutamente non convenzionali. Ci sono alcune cantine ad esempio, che hanno deciso di puntare sull’ecologico ideando per le proprie bottiglie, etichette realizzate con il fieno coltivato in azienda, diminuendo così il consumo di carta. Altre aziende hanno invece puntato sull’unicità del valore organolettico del proprio prodotto: ed ecco quindi che alcune bottiglie vengono fatte “riposare” a 20 metri di profondità sotto il lago di Levico (che si trova in Trentino) altre che invece “maturano” dentro una miniera dismessa. Ci sono poi bottiglie realizzate con un microchip interno: basta scaricare l’apposita app, avvicinare il dispositivo mobile al vino per averne tutte le informazioni più interessanti, dalla raccolta dell’uva, all’imbottigliamento.
Non solo vino: al Vinitaly c’è spazio anche per il cibo che – come è noto – trova nel calice di rosso o di bianco il suo più valido compagno per esaltare i sapori. Spazio quindi alla creatività in cucina tra tradizione e innovazione: a disposizione dei visitatori il Ristorante D’Autore come anche il SelfService, poi il Food Park come omaggio alla tradizione culinaria veneta, il Ristorante Goloso e il Gourmeat. In questa edizione del Vinitaly, si assiste anche ad un profondo rinnovamento di quello che è il vigneto italiano. Secondo recenti studi, circa 80mila ettari di vecchie vigne sono scomparsi negli ultimi 10 anni, una “dipartita” che è servita per un profondo rinnovamento grazie anche all’avvicendarsi di vigneti biologici che danno origine a vini assolutamente privi di trattamenti.
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